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Animali e sonno: quali vanno in letargo

  • 10 Luglio 2024
Animali e sonno: quali vanno in letargo e quali no
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Quando pensiamo al sonno, lo associamo spesso a una pausa notturna rigenerante. Nel mondo animale, invece, alcune specie portano il concetto di riposo a un livello completamente diverso: il letargo. Questo fenomeno è una strategia straordinaria che consente agli animali di affrontare condizioni ambientali estreme, come il freddo dell’inverno o la scarsità di risorse alimentari. Ma cos’è esattamente il letargo, quali animali vanno in letargo e come funziona questo meccanismo? Scopriamolo insieme.

Letargo: cos’è e come funziona

Il letargo è uno stato fisiologico durante il quale gli animali riducono drasticamente le loro attività corporee, entrando in una sorta di “modalità risparmio energetico”. Durante questa fase, il metabolismo rallenta, la temperatura corporea diminuisce, il battito cardiaco e la respirazione si fanno più lenti. Questo permette di consumare meno energia in periodi in cui cibo e altre risorse essenziali scarseggiano.

Esistono due tipi principali di letargo: letargo vero e torpore giornaliero. Nel primo caso, come accade per animali come orsi e ghiri, l’organismo rimane in stato di inattività per settimane o mesi. Nel secondo caso, l’inattività è più breve e può verificarsi anche quotidianamente, come nei colibrì.

Perché gli animali vanno in letargo?

Il letargo è una risposta evolutiva a condizioni ambientali difficili, come inverni rigidi o stagioni aride. Durante questi periodi, il cibo è spesso scarso e le temperature possono essere troppo estreme per sostenere un’attività regolare. Entrando in letargo, gli animali riducono il loro fabbisogno energetico, utilizzando le riserve di grasso accumulate nei mesi più favorevoli.

Per molte specie, il letargo è una questione di sopravvivenza. Ad esempio, i roditori che si nutrono di semi e frutta potrebbero non trovare nulla da mangiare in inverno. Il letargo consente loro di “ibernarsi” e superare la stagione avversa senza dover affrontare la fame o le basse temperature.

Quanto dura il letargo

La durata del letargo varia notevolmente tra le specie e dipende dalle condizioni climatiche e ambientali. Per alcuni animali, il letargo può durare diversi mesi, come nel caso del riccio europeo, che può dormire da ottobre a marzo. Altri, come i pipistrelli, si svegliano periodicamente durante l’inverno per bere acqua o spostarsi in luoghi più sicuri.

Anche le regioni geografiche influenzano la durata del letargo. In climi particolarmente rigidi, il letargo può essere più lungo, mentre in aree con inverni più miti potrebbe essere più breve o addirittura assente. Alcuni animali, come gli scoiattoli, entrano in uno stato di torpore intermittente, alternando periodi di sonno profondo a momenti di attività per alimentarsi.

Quali animali vanno in letargo

Il letargo è diffuso in molti gruppi di animali, dai mammiferi agli anfibi, fino ad alcuni rettili e persino insetti. Ecco la classifica dei 5 animali più “dormiglioni” in natura:

Le tartarughe terrestri

Questi rettili a sangue freddo si distinguono per il loro lungo letargo invernale. Quando le temperature iniziano a scendere, cercano un luogo caldo e riparato dove trascorrere i mesi più freddi e, prima di entrare in letargo, smettono gradualmente di alimentarsi e si preparano per un sonno profondo che può durare fino ad aprile.

Il riccio

Il riccio è un vero esperto di letargo: dorme per ben sei mesi. Durante questo periodo, il suo organismo entra in modalità di risparmio energetico, riducendo il battito cardiaco e rallentando la respirazione. La temperatura corporea del riccio scende da circa 7 °C a soli 5 °C. Nei mesi precedenti, accumula riserve energetiche mangiando cibi ricchi di proteine, essenziali per sostenere il lungo periodo di inattività.

Il ghiro

Con un letargo che dura dai sei ai sette mesi, il ghiro merita il podio. Questo piccolo mammifero si rifugia in luoghi sicuri, utilizzando la sua soffice coda come coperta per conservare il calore. Durante il sonno, emette un caratteristico russare, accompagnato da fischi (da qui l’espressione “dormire come un ghiro”).

Il pipistrello

Il pipistrello adotta una strategia di risparmio energetico impressionante durante il letargo: rallenta drasticamente tutte le sue funzioni corporee, interrompendo il sonno solo occasionalmente per bere. La sua capacità di sopravvivere in condizioni difficili lo rende un maestro nell’arte del letargo.

La vipera

Il titolo di animale più dormiglione, però, va alla vipera: questo rettile, anch’esso a sangue freddo, si rifugia negli anfratti del terreno per sfuggire al freddo invernale. A seconda dell’altitudine, il suo letargo può durare fino a 7-8 mesi. Si risveglia a tarda primavera, quando il terreno raggiunge una temperatura ideale di 25-27 °C, tornando a muoversi agilmente tra prati e sentieri montani.

Cosa fanno gli animali in letargo?

Durante il letargo, gli animali utilizzano le riserve di grasso accumulate per mantenere in funzione i processi vitali essenziali, come la respirazione e il funzionamento del cuore. Sebbene l’attività sia ridotta al minimo, non tutti gli animali trascorrono il letargo in uno stato completamente immobile. Alcuni, come gli orsi, si svegliano periodicamente per muoversi o per partorire, mentre altri, come i pipistrelli, si spostano se il loro rifugio diventa troppo freddo.

Gli anfibi e i rettili, che non regolano attivamente la propria temperatura corporea, cercano rifugi in luoghi dove le condizioni siano stabili, come sotto terra o nel fango. Gli insetti, invece, si nascondono in anfratti sicuri o si riuniscono in gruppi per condividere il calore.

Il letargo è uno dei fenomeni più affascinanti del mondo naturale, che dimostra come gli animali siano capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle difficoltà ambientali attraverso strategie sofisticate e sorprendenti. Dal sonno profondo dell’orso alle astute pause energetiche dei pipistrelli, il letargo offre una lezione importante sulla resilienza e sull’ingegnosità della natura.

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