A tutti è capitato di svegliarsi di notte per fare la pipì. Questo disturbo coinvolge quasi il 20% della popolazione soprattutto a partire dai 40/50 anni e la percentuale tende a salire con il crescere dell’età. Colpisce, democraticamente, uomini e donne senza particolari differenze. Sebbene molte persone tendano a sottostimare questo problema, svegliarsi di notte per fare pipì, scientificamente chiamato nicturia, determina una ridotta capacità di riposo minando il benessere psico-fisico di chi ne soffre. È ormai risaputo che un sonno interrotto è molto meno rigenerante di un sonno continuo.
Ma quali sono le cause più comuni che determinano la necessità di alzarsi di notte per fare pipì?
- l’assunzione di liquidi e bevande prima di coricarsi;
- la gravidanza;
- l’assunzione di alcol e caffeina;
- l’uso di alcuni farmaci (antipertensivi e diuretici);
- ansia e stress psico-fisico;
- alimentazione ricca di proteine;
- alcune patologie legate al cuore, reni, apparato urinario.
Quando lo svegliarsi di notte per fare pipì dipende da abitudini di vita scorrette, è possibile introdurre alcuni accorgimenti per migliorare e spesso risolvere il disturbo.
- Ridurre la quantità di liquidi consumati dalle 18:00 in poi (con l’avvertenza di bere almeno 1.5-2 L al giorno di acqua); può essere utile pianificare anche alcune modifiche alla dieta, spostando, per esempio, il consumo di alimenti liquidi (minestre, passati di verdure, zuppe, … ma anche le verdure a più alto contenuto di liquidi, come i pomodori) a pranzo.
- Ridurre il consumo di bevande e cibi contenenti caffeina che possono esercitare un effetto diuretico (tè, caffè, cioccolato e cola, per esempio). Evitare cibi troppo speziati o troppo dolci a ridosso del momento di andare a letto perché questi aumentano la sensazione di sete e quindi l’inserimento di una quantità extra di acqua che poi, dovremo necessariamente espellere facendo pipì durante la notte.
- Ridurre il consumo di alcolici, soprattutto alla sera, perché stimola sia la minzione sia la sete notturna a causa del suo potere disidratante.
- In caso di presenza di caviglie gonfie è utile sedersi o sdraiarsi per circa un’ora prima di dormire, così da contrastare la ritenzione idrica presente. Anche l’uso di calze a compressione graduata può aiutare.
- Valutare con il medico se alcuni dei farmaci assunti (per esempio per il trattamento della pressione alta) possano essere causa di nicturia e sia magari possibile spostarne l’assunzione al mattino.
- Ridurre le possibili cause di disturbo del riposo, in modo da favorire un sonno più profondo.
- Limitare il consumo di sale nella dieta.
- Mantenere la giusta temperatura nella camera da letto: il troppo freddo stimola la minzione, il troppo caldo ci invita a bere e di conseguenza ad alzarci per fare pipì.
Detto ciò, svegliarsi di notte per fare pipì è una vera scocciatura e spesso tendiamo a procrastinare il momento di lasciare il nostro comodo letto: non fatelo! Trattenere la pipì è uno sforzo eccessivo per la vescica, inoltre significa avere un accumulo di tossine, scorie, batteri e sostanze acide che possono causare infiammazioni, infezioni e fastidiosi disturbi.
Se i risvegli notturni, per cause diverse, fanno parte della vostra vita potete leggere anche il nostro articolo RISVEGLI NOTTURNI: PERCHÉ SI MANIFESTANO?